La chirurgia parodontale ha il compito di ripristinare lo stato di salute del tessuto parodontale che, a seguito della malattia parodontale o periodontite, ha subito un danno.
La chirurgia parodontale pertanto si rivolge a tutti i tessuti che costituiscono il parodonto e cioè la gengiva, l'osso alveolare, il cemento radicolare e il legamento alveolo-parodontale che circonda l'intera radice del dente.
Gli interventi potranno pertanto essere diretti verso una o più strutture parodontali e principalmente possiamo distinguere una chirurgia prevalentemente rivolta ai tessuti molli superficiali ed una rivolta verso le strutture parodontali profonde.
Una distinzione più specialistica prevede una distinzione legata alla tecnica utilizzata per ottenere la guarigione tissutale e la risoluzione delle recessioni e tasche. In quest'ultimo caso è possibile distinguere la chirurgia di tipo resettivo, chirurgia con lembo di accesso e chirurgia rigenerativa.
La scelta del tipo di chirurgia da impiegare viene valutata dal medico in funzione dell'analisi di molte variabili che fanno parte integrante dell'aspetto diagnostico e terapeutico e che ha il suo cardine nella valutazione del piano di trattamento iniziale e soprattutto nella sua rivalutazione a distanza. Fattore importante per la determinazione del tipo di chirurgia, in particolare, sarà determinato dalla misurazione, con il sondaggio parodontale e l'analisi radiologica, della profondità della tasca infraossea. Quando quest'ultima è inferiore ai 3 mm si potrà valutare, per un comparto dentale non frontale, un intervento di tipo resettivo. Quando è uguale e superiore ai 3 mm si opererà un intervento rigenerativo con lembo di accesso.
La chirurgia parodontale opera anche per effettuare innesti di tipo connettivale per risolvere lesioni di tipo recessivo che possono essere impiegati a finalità estetica anche per le riabilitazioni protesiche su impianti effettuati in regione frontale.
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