La terapia endodontica consente di conservare elementi dentali gravemente compromessi dalla patologia cariosa e/o parodontale.
Con l'endodonzia infatti possiamo rimuovere la organica contenuta all'interno del dente quando risulta compromessa irrimediabilmente, quando cioè la patologia di tipo irreversibile risulta essere la pulpite.
Fintanto che l'infiammazione è di tipo reversibile, configurando cioè uno stato di iperemia pulpare, è possibile non trattare endodonticamente il dente con la cosiddetta devitalizzazione (tecnicamente è definita pulpectomia).
Quando la sintomatologia presenta come sintomi il dolore acuto determinato dal freddo e dal caldo e perdura per oltre 20 secondi o addirittura insorge spontaneo è sintomatico della patologia pulpare irreversibile cioè della pulpite. In questo caso è necessario, dopo una adeguata anestesia, procedere alla pulpectomia a cui farà seguito l'otturazione del canale radicolare opportunamente strumentato.
In taluni casi, quando viene a far male un dente già trattato endodonticamente, potrà essere necessario effettuare un ritrattamento endodontico per rimuovere l'infezione canalare residua al pregresso insuccesso endodontico. In questo caso il trattamento di recupero dell'elemento dentale è più complesso e può richiedere più sedute di trattamento.
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